Il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino che promuove l’iniziativa è stato fondato nel 1975 dall’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari (1965) su impulso di Antonio Pasqualino e con il coinvolgimento di un gruppo di eminenti studiosi ed intellettuali. L’impegno ultracinquantennale nella salvaguardia e promozione delle tradizioni popolari, si è esplicitato nel supporto alla candidatura dell’opera dei pupi siciliani presso l’UNESCO che ha permesso nel 2001 la sua proclamazione quale Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità. In virtù delle comprovate competenze nel campo della ricerca e dello studio del patrimonio immateriale, l’Associazione è stata accreditata quale ONG consulente del Comitato Intergovernativo del Patrimonio Culturale Intangibile UNESCO (numero di iscrizione NGO-90316); nel 2015, è stata iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche, del MIUR (codice identificativo 61993JYI) e dal 2018 rientra tra gli Istituti culturali di rilevante e accertato valore culturale riconosciuti dal MiBACT. Infine nel 2019, è stata infine accolta dall’AICI – Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane.
Il Museo custodisce oltre cinquemila pezzi, fra marionette, pupi, burattini, ombre, attrezzature sceniche e cartelloni provenienti da tutto il mondo e, tra questi, conserva la più vasta e completa collezione di pupi di tipo palermitano, catanese e napoletano.
Oltre alla più vasta collezione di pupi e alle marionette a bacchetta belghe e francesi, il Museo delle marionette ospita numerosi materiali utilizzati nelle altre tradizioni del teatro di figura che sono state dichiarate dall’UNESCO “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”: il Ningyo Johruri Bunraku giapponese, il Wayang Kulit indonesiano, lo Sbek Thom cambogiano e i Géléde della Nigeria-Benin; il Namsadang Nori – Kkoktu-gaksi Norum coreano, il Karagöz turco e le Rūkada Nātya dello Sri Lanka. Vi sono inoltre numerosi esemplari provenienti dall’Asia: ombre indiane, della Malesia, del Siam e della Cina e greche.; marionette a bastone e figure bidimensionali giavanesi (Wayang golek e Wayang klitik), marionette a filo birmane (Yoke thai tabin) e indiane (Kathputli), burattini della Corea; marionette a bastone del Mali e del Congo, burattini del Brasile, burattini spagnoli e francesi.
Nel giardino d’inverno, spazio utilizzato anche per allestimenti temporanei, e nella sala teatrale inoltre sono esposte le opere d’arte contemporanea realizzate per tre spettacoli che tra gli anni Ottanta e Novanta furono prodotti dal Museo internazionale delle marionette: le scenografie di Renato Guttuso utilizzate nello spettacolo Foresta-radice-labirinto di Italo Calvino, regia di Roberto Andò (1987); le marionette e macchine sceniche realizzate dall’artista e regista polacco Tadeusz Kantor per lo spettacolo Macchina dell’amore e della morte (1987); e i pupazzi di Enrico Baj realizzati per lo spettacolo Le bleu-blanc-rouge et le Noir dell’Arc-en-terre di Massimo Schuster. Di recente acquisizione, le marionette da tavolo che Enrico Baj realizzò per altri due spettacoli di Massimo Schuster: Roncisvalle e Mahabharata.
A conferma del suo valore culturale, al Museo è stato assegnato nel 2001 il prestigioso premio antropologico “Costantino Nigra” per la sezione musei e nel 2017 è stato insignito del Premio ICOM Italia – “Museo dell’anno” che ne ha premiato l’attrattività in rapporto al pubblico.
Al Museo è annessa la Biblioteca “Giuseppe Leggio” che raccoglie più di 10.000 volumi sul teatro di figura e le tradizioni popolari, e un ricco archivio multimediale.
Oltre alle attività museali, il Museo svolge una ricca e articolata attività di promozione del teatro animato e del teatro dell’opera dei pupi anche attraverso l’organizzazione di iniziative in Italia e all’estero., tra cui il prestigioso Festival di Morgana. Particolare attenzione è rivolta all’attività di divulgazione, supportata da una ricca serie di pubblicazioni nell’ambito delle Edizioni Museo Pasqualino.
Piazzetta Antonio Pasqualino n. 5 (traversa di via Butera) – 90133 Palermo
Orari di apertura del Museo: da martedì a sabato dalle 10.00 alle 18.00. Domenica, lunedì e giorni festivi dalle 10.00 alle 14.00.
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tel. 091.328060