“Un destino migliore”, presentata l’opera prima del regista Gaetano Di Lorenzo

Una seconda possibilità, una visione del mondo da un’altra prospettiva perché occorre comprendere quando è giunto il momento di cambiare la propria vita, uscendo da ambienti tossici, malavitosi e che ci tappano le ali. Perché? Ovviamente perché tutti aspiriamo ad avere “Un destino migliore”.

Questo il titolo del film, opera prima, del regista, Gaetano Di Lorenzo. Prodotto da Francesco Paolo Montini, Movie Factory Roma con il supporto della Sicilia Film Commission. Alcune scene girate anche dentro l’Ateneo di Palermo e la mensa universitaria Santi Romano dell’ERSU.

Protagonista un’agguerrita insegnante, interpretata da una brillante Stefania Blandeburgo, che vuole donare ai suoi alunni, specie a quelli più bisognosi, un futuro migliore. Tra loro, c’è un ex allievo, Giovanni Catalano, ragazzo volenteroso che ha abbandonato gli studi, dopo che il padre è stato condannato per omicidio. Luisa decide, allora, di dare ripetizioni private al ragazzo, finito agli arresti domiciliari, affinché possa diplomarsi. Il compito non è semplice: Giovanni è scontroso e frequenta amicizie pericolose. Dinamiche che, però, non faranno arrendere Luisa, che, sebbene ci sia chi le suggerisce di “non aiutare chi non vuole essere aiutato”, non demorde dal suo intento.

Nel cast anche Maurizio Bologna, coraggioso avvocato dei Catalano. Partecipazione straordinaria, poi, di Pino Maniaci.

Il film, opera prima di Gaetano Di Lorenzo, viene presentato al pubblico martedì 28 novembre, alle 20:45, presso il Cinema Lux di Palermo, alla presenza, in sala, del regista, del cast e del produttore, Francesco Paolo Montini.

Alle riprese di “Un destino migliore” hanno preso parte ex allievi e insegnanti della Scuola di Cinema Piano Focale diretta da Giuseppe Gigliorosso, che sono stati parte integrante della crew.

LA TRAMA

“Un destino migliore” racconta la storia Luisa, donna forte che vive il suo mestiere di insegnante, come una vera vocazione. Da sempre impegnata ad aiutare gli alunni più bisognosi, augura a tutti i suoi allievi, spesso vittime degli ambienti malavitosi in cui vivono “Un destino migliore”. In una scuola media di periferia, Luisa ha incontrato, anni prima, Giovanni, ragazzo volenteroso che ha abbandonato gli studi, dopo che il padre è stato condannato per omicidio. Luisa decide, allora, di dare ripetizioni private al ragazzo, finito agli arresti domiciliari, affinché possa diplomarsi con la speranza di toglierlo dalla strada e regalargli un avvenire diverso. Compito assai complicato, viste le reticenze del ragazzo, il suo carattere indomito e le sue pericolose amicizie.

L’AMBIENTAZIONE

Il film è ambientato nel quartiere Zen di Palermo, ed è una costante contrapposizione tra la volontà di cambiamento e la difficoltà di venire fuori da certe situazioni. La lotta di Luisa per far accettare le sue scelte alla famiglia, ai colleghi si accosta, così, alla lotta interiore di Giovanni, che vuole una rivincita al destino ereditato, ma da cui è difficile distaccarsi completamente.

LA REGIA

<< “Un destino migliore” nasce da un’attenta analisi del degrado e del disagio che, purtroppo, è ancora oggi presente nelle zone periferiche e disagiate – racconta il regista, Gaetano Di Lorenzo -. Venire al mondo in famiglie “complicate” non è una scelta, ma cambiare e decidere di aspirare a qualcosa di diverso deve essere una priorità. L’unica arma possibile è sicuramente lo studio, il lavoro onesto, di conseguenza.  Spesso, è necessario che qualcuno si accorga del disagio, si prenda a cuore la situazione e ci aiuti a venirne fuori. Non parlo di “eroi” ma di chi, semplicemente, svolge il proprio lavoro bene, come una vera missione. Luisa è la protagonista: un’insegnante, un educatore, da sempre convinta che le colpe dell’ambiente in cui si vive non debbano essere un limite per lottare ed avere un destino diverso. L’ignoranza, le mentalità retrograde possono e devono essere combattute con lo studio, con l’autodeterminazione e il distacco da una vita che, sicuramente, non può portare a nulla di buono. È il racconto di uno spaccato attuale, un momento di riflessione per lo spettatore e, soprattutto, per i giovani che possano capire l’importanza dello studio, della scuola.  Giovanni è succube dell’ambiente malavitoso in cui è cresciuto, troppo presto, e con regole dettate da una mentalità che va cambiata. La sua è una lotta interiore tra la volontà di non deludere il padre e di continuare ad essere “un capo” e la volontà di cambiare con l’aiuto dell’unica persona che crede in questo possibile cambiamento, perché gli sbagli servono proprio a migliorare. Personaggi forti e consapevoli della loro situazione ma allo stesso tempo raccontati con umanità e semplicità. Luisa avrà tutti contro: famiglia, colleghi e amici. Ma niente potrà dissuaderla dal suo obbiettivo, Giovanni merita di avere un destino migliore. Tutti abbiamo bisogno di una possibilità, ma è necessario non sprecarla>>.

IL CAST

Per Stefania Blandeburgo, che, nel film, interpreta Luisa: <<L’insegnante è colui/colei che “incide”, imprime con dei segni, dal latino “in-signo”. Mi sono presentata a Luisa con grande gioia ma anche imbarazzo. Io e lei abbiamo in comune la testardaggine, la curiosità e nonostante tutto, l’ottimismo e la speranza. Sono i ragazzi la speranza, il futuro. Come nei laboratori di teatro o di recitazione, chi insegna, o meglio cerca di trasmettere un sapere,  ha a che fare con materia delicata fragile e sensibilissima. Un docente, che sia di teatro, di calcio o tradizionale ha una responsabilità grande. Luisa mi ha dato lezione di pazienza o meglio di tenacia: lei ha accolto la mia impulsività. Ho, volutamente, solo sbirciato durante le riprese. A dispetto del mio mestiere sono molto insicura e lo specchio mi imbarazza.  Ma so, per certo, che ogni emozione, tensione, risata, ma anche lacrima sorriso o stanchezza siano state condivise da una troupe artistica e tecnica fatta da grandi professionisti che però sono prima grandi Persone. Piacerà o no, Luisa con le sue insicurezze e la sua passione, me la porto dentro come un bel pezzo della mia collezione di personaggi>>.

Per Maurizio Bologna, interprete dell’avvocato della famiglia Catalano: <<Non ho ancora visto il film, ma ne ho letto tutta la sceneggiatura, che tratta temi particolari e forti nella narrazione di vita reale che racconta. Il mio contributo al film è stato fortemente voluto dal desiderio del regista Gaetano Di Lorenzo. Ho girato due scene interpretando l’Avvocato della Famiglia Catalano, che resta estasiato dal coraggio e dallo spirito di abnegazione della professoressa, Luisa, che decide di avvicinarsi e dedicare il suo tempo ad un ragazzo difficile che sicuramente vive una dimensione della vita molto diversa dalla sua. L’avvocato si lascia prendere dal sentimento positivo che la professoressa nutre per questo progetto difficile ma nobile.  L’evoluzione del racconto lo scopriremo nella pellicola che Di Lorenzo ha confezionato per raccontare il tutto>>.

PERSONAGGI E INTERPRETI

Nel cast anche la partecipazione straordinaria del giornalista Pino Maniaci.

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

 

CHI E’ GAETANO DI LORENZO

Gaetano Di Lorenzo nasce a Palermo il 27 novembre 1977. Si forma sul campo come film-maker indipendente producendo e dirigendo diversi documentari e cortometraggi che analizzano il tessuto sociale e i fatti storici della Sicilia. Nel 2000, con “I gitani della mia città”, ambientato nel campo nomadi della Favorita a Palermo, vince il primo premio come miglior documentario al Festival “Prima Aziz”. Il suo “C’è molto da aspettare” (2003), ambientato in un salone di barbiere, si classifica al primo posto come miglior cortometraggio al festival “Visionaria” di Siena e a “Un mare di corti” di San Vito Lo Capo.

Nel 2004 realizza il corto “Racconto di un successo”, dove si celebra la carriera del cantante neomelodico Enzo Scugnizzo. L’opera viene selezionata per il Festival “Visioni Italiane” di Bologna e vince il Premio Cinit a “Eolie in Video” di Lipari. Nel 2006 è la volta di “Miracolo a Ballarò”, la storia di un miracolato e della sua famiglia, con cui vince lo “Zabut Film Festival”, il “Collecchio Video Film Fes)val” ed il Premio MINI Support Cinema a “Eolie in Video”. Nel 2009 realizza un documentario sull’arte contemporanea in Sicilia dal titolo “Lo spirito del tempo” e nel 2010 il documentario che racconta la vita del pugile campione europeo Pino Leto, dal titolo “Miricano, dalla strada al ring”.

Ulteriori riconoscimenti nel 2012 raccoglie il cortometraggio a soggetto “L’Oro di Nicola”. Nel 2010 il Museo del Cinema di Torino gli dedica una retrospettiva. Sempre nel 2010 una selezione delle sue opere viene proiettata anche al Museo Jeu de Paume di Parigi. Nel 2015 realizza “A proposito di Franco”, documentario di lungometraggio dedicato all’avventura umana e professionale di Franco Indovina, che viene proiettato in anteprima a Bologna nell’ambito del “Biografilm Festival 2015”, viene premiato come Miglior Documentario in concorso al “San Giò Verona Video Festival”, allo “Sciacca Film Festival” e inoltre candidato alla settantesima edizione dei Nastri d’Argento. Nel 2015 realizza inoltre il corto “Nell’aria”, ottenendo una menzione speciale al festival “Gioiosa in corto”.

LA PRODUZIONE

La Movie Factory S.r.l. è una società di produzione e distribuzione cinematografica con sede a Roma, fondata da Francesco Paolo Montini nel 1996. Nell’arco dei suoi oltre vent’anni di attività ha prodotto 15 lungometraggi cinematografici, oltre 20 cortometraggi e ben 90 documentari per la televisione.

Una società, dalla struttura snella e dinamica, focalizzata sulla ricerca e sulla realizzazione di prodotti d’autore, caratteristiche che le hanno permesso di divenire un solido punto di riferimento per il cinema indipendente di qualità.  In Sicilia, sono state prodotte dalla Movie Factory “La Guerra di Cam” per la regia di Laura Muscardin (2020), e “Sicilia di Sabbia” per la regia di Massimiliano Perrotta (2011).

<<La scelta di un copione da produrre e trasformare in un film è sempre una scelta difficile, soprattutto quando si lavora su film d’autore e opere prime – spiega Francesco Paolo Montini, produttore -. Quando lessi la sceneggiatura di “Un destino migliore”, rimasi colpito dalla forza del racconto e della possibilità di tornare a produrre in Sicilia. Dopo le precedenti esperienze con “Sicilia di Sabbia” e “La guerra di Cam”, le cui riprese si erano svolte in molte località siciliane, sono sempre stato attento alle proposte di autori della Sicilia. Poter ritornare a lavorare con tecnici maestranze e professionisti siciliani è stata una grande soddisfazione. Ero e sono convinto che poter fotografare luoghi e ambienti dell’Isola crea un valore aggiunto alla riuscita del film. Il cinema ha una grande capacità: saper trasmettere allo spettatore anche l’ anima e la ricchezza del posto in cui si gira un film. La Sicilia ha, sicuramente, una delle anime più ricche e belle del nostro paese. Sono felice e orgoglioso di anticipare che, a breve, produrrò un nuovo film in Sicilia, con la convinzione che sarà una lunga collaborazione con questo territorio>>.

 

 

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