Nordic walking e Via francigena, presentati a UNIPA due progetti per i fibromialgici

Lunedì 11 Marzo 2019, presso l’aula “Enzo Nesci” dell’Istituto di Anatomia Umana e Istologia dell’Università degli studi di Palermo, è stato presentata l’iniziativa di ricerca Prospective controlled randomized study to evaluate the efficacy of nordic walking tecnique in patients affected by fibromyalgia.

Nato dalla volontà di verificare il metodo del nordic walking nei confronti dei soggetti affetti da sindrome fibromialgica, il progetto è coordinato dal professor Piercarlo Sarzi Puttini dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano (Università degli studi di Milano), in collaborazione con la professoressa Giuliana Guggino (Università degli studi di Palermo), il professor Filippo Macaluso (Università E-Campus di Novedrate) e il professor Francesco Cappello (Università degli studi di Palermo).

Gli specialisti sono coadiuvati dall’associazione Aisf Onlus (Associazione Italiana Sindrome fibromialgica): associazione che si occupa anche di creare percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali a sostegno del pazienti fibromialgici.

L’attività di nordic walking verrà seguita da tre chinesiologi: Donatella Bonafede, Letizia Fedele, Lidia Mazzola; prevista, in particolare, anche la misurazione dei dati per valutare se ci sono margini di miglioramento dei sintomi della patologia.

Il professor Francesco Cappello ha evidenziato durante l’incontro che si tratta di un progetto destinato a soggetti che possono essere affetti da patologie croniche. Il medico dello sport e dell’esercizio fisico – dopo un’accurata anamnesi – deve decidere se e quale esercizio fisico è più adatto al soggetto interessato per mantenere il suo stato di salute o per migliorarlo qualora sia affetto da qualche patologia. C’è un team multidisciplinare con il chinesiologo, il laureato in scienze motorie, il nutrizionista, il fisioterapista (ove necessario), nonché altri professionisti della salute. Gli studenti della scuola di specializzazione di Palermo in Medicina dello Sport sono stati coinvolti attivamente in due progetti che vedono al centro i pazienti affetti da sindrome fibromialgica; i progetti sono stati approvati dai comitati etici di riferimento e vedranno diverse professionalità spendersi per il raggiungimento degli obiettivi di questo studio.

Il professor Piercarlo Sarzi Puttini, responsabile scientifico del progetto, in collegamento da Milano, ha evidenziato come si renda possibile un’attività di conoscenza anche mediatica di questa patologia. I dati che vengono ricavati possono essere utili per essere inseriti nel profilo terapeutico dei pazienti, per cui la possibilità di unire diversi aspetti di questa esperienza consentono di integrare l’aspetto umano a quello scientifico. Si tratta di iniziative che hanno una valenza scientifica soprattutto per la terapia che può essere indicata per i pazienti in relazione alla postura e al movimento. L’idea – sia in questo progetto ma soprattutto nel progetto sulla marcia “francigena” – è quella di fare muovere i pazienti insieme, in gruppo, costituendo di fatto una doppia terapia: fisica e psichica. La condivisione di un percorso e della relativa attività fisica consente agli interessati anche di sentirsi meno soli nella gestione del loro problema.

Il professor Filippo Macaluso ha evidenziato il suo stupore per i risultati ottenuti dai soggetti fibromialgici coinvolti nel progetto: per la grande forza d’animo ma, soprattutto, per la scoperta di quanto faccia bene l’attività fisica al “fibromialgico”, in particolare di natura aerobica. Tale attività riesce a indurre adattamenti non solo sull’apparato muscolo scheletrico, ma anche in diversi organi e apparati che portano a uno stato di benessere per svolgere la normale attività quotidiana. Quindi, attraverso un programma di allenamento riescono a indurre adattamenti per svolgere le normali attività quotidiane. La collaborazione del medico dello sport e del laureato in scienze motorie riescono a produrre un protocollo di allenamenti che portano a risultati importanti. “Nordic walking” e “via francigena” sono due progetti che partono da due modelli separati ma che si fondono. Infatti, i modelli prestativi – l’esecuzione del movimento è diverso – potrebbe sembrare identiche ma non è così. La normale camminata attiva solo la muscolatura degli arti inferiori. Il nordic walking coinvolge anche gli arti superiori e il tronco. Si è visto che anche solo in otto settimane di allenamento con il nordic walking si riesce a sviluppare più del 30% della massa muscolare degli arti superiori: una cosa fondamentale, consentendo di riuscire a sviluppare sia la muscolatura degli arti inferiori che di quelli superiori e del tronco con un’attività semplice e divertente. Se riusciamo a dimostrare che il nordic walking è veramente efficace nei soggetti fibromialgici possiamo cominciare a mettere su dei protocolli di terapie di attività motorie (exercice medicine). L’esercizio fisico può, infatti, essere considerato una vera e propria medicina: muoversi indicendo degli adattamenti necessari al benessere è l’obiettivo.

Per l’associazione Aisf Onlus (Associazione Italiana Sindrome fibromialgica) è intervenuta Giusy Fabio che ha evidenziato la genesi del progetto per offrire delle attività che possono essere utili per agevolare i pazienti seguiti. Un modo per contribuire anche alla ricerca e agli studi del settore. Importante è offrire una possibilità di movimento come per la “via francigena”, un cammino di sensibilizzazione, magari con l’obiettivo di riuscire anche a dare un contributo per lo studio e la ricerca condotto dal Policlinico universitario di Palermo. Muoversi e fare movimento è fondamentale. Con la testa e la volontà si può fare tanto, “aiutiamoci con il movimento”.

le chinesiologhe Lidia Mazzola, Donatella Bonafede, Letizia Fedele

La chinesiologa Lidia Mazzola ha, infine, evidenziato come aiutare i pazienti a scoprire il cammino come percorso, anche attraverso stimoli esterni che aiutano a fare il percorso stesso. Importanti sono poi i programmi di attività fisica adattata, corsi adatti a chi ha problemi cronici o che in seguito a fisioterapia riprende a muoversi spostando il proprio impegno sulla qualità del movimento. Il percorso presentato si sviluppa su 16 lezioni di cui 8 indoor.

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