“Addiopizzo, dodici anni fa, ha segnato l’inizio di una positiva rivoluzione copernicana per Palermo e per la Sicilia”: a parlare è il giudice Vittorio Teresi, procuratore aggiunto di Palermo, durante la presentazione del portale www.cosalibera.it presso l’aula magna della Corte d’appello del capoluogo siciliano.
Un percorso irreversibile che ha dato voce al cambiamento della società siciliana, quello di Addiopizzo. Nel nuovo portale, tanto per incominciare, si trovano 154 sentenze emesse dai tribunali e dalle corti d’appello di Palermo. Protagonisti 802 imputati autori di 430 estorsioni e al centro di 62 operazioni antimafia.
Quando Palermo fu invasa dai pizzini con la scritta “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità” la stessa Autorità giudiziaria e le forze dell’ordine si interrogarono sul reale volto degli autori, non escludendo che dietro quella storica provocazione potesse esserci anche la mafia. Ma era solo l’incipit che ha portato alla nascita del movimento Addiopizzo.
Il portale cosalibera.it, adesso, vuole essere una raccolta di tutte le sentenze penali di mafia ed estorsioni che hanno riguardato il comprensorio di Palermo e Provincia, a partire dal 2006. Attivisti e professionisti che operano da più di un decennio nel settore, hanno realizzato un archivio digitale contenente le fonti documentarie e giudiziarie degli ultimi dieci anni.
“L’accesso all’archivio è gratuito – ha precisato l’avvocato Valerio D’Antoni, di Addiopizzo – le conoscenze acquisite presso le corti e i tribunali appartengono al popolo italiano in nome del quale le sentenze vengono emesse”.
“Nell’operazione Addiopizzo, 2008-2009, abbiamo avuto – ha sottolineato l’avvocato Ugo Forello – una collaborazione da parte degli imprenditori ma anche dieci commercianti imputati per favoreggiamento, un reato che adesso è quasi sparito dalle ultime sentenze. Imprenditori reticenti, a tal punto da essere accusati di favoreggiamento, oggi non ce ne sono più”.