Vita di una matricola fuori sede. L’eccellenza AMU, Ambulatorio Medico Universitario UNIPA

La vita da fuori sede, lo sappiamo, non è semplice. Soprattutto per le matricole che entrano a contatto per la prima volta con la nuova realtà.

Ti ritrovi a riorganizzare le tue giornate con ritmi diversi, in una città che non conosci.

Pensando alla mia esperienza personale mi sono subito posta una domanda: come può l’università migliorare l’accoglienza dei fuori sede?

Una delle prime cose a cui una matricola aspira sono le nuove amicizie. Appena arrivata a Palermo non conoscevo nessuno. Socializzare con i colleghi non è stato difficile, anche se per i primi tempi non ho avuto l’opportunità di conoscere gente al di fuori del mio corso di laurea.

Non è semplice individuare da subito chi ha i tuoi stessi interessi. Parlando con un mio collega mi sono resa conto che organizzando gruppi di presentazione per le matricole si potrebbe facilmente ovviare a questo problema. In questo modo tutti coloro che vogliano condividere le proprie passioni potrebbero stringere amicizie con chi possiede interessi comuni.

Le matricole dovrebbero essere maggiormente coinvolte nelle svariate attività organizzate dall’ateneo, in modo da favorire il loro inserimento.

Per un fuori sede si aggiunge il problema di non conoscere la città. Posti da frequentare la sera, strutture in cui praticare il tuo sport preferito, o semplicemente la scelta di una palestra, diventano delle vere e proprie ricerche.

Ho notato che molte matricole non sono a conoscenza dell’esistenza del C.U.S. (centro universitario sportivo). Il C.U.S. organizza numerosi corsi per universitari che riguardano svariate attività sportive. Una buona iniziativa potrebbe essere quella di organizzare mezzi di trasporto gratuiti per gli studenti che colleghino il C.U.S. a Viale Delle Scienze, al fine di promuovere l’attività sportiva.

Per maggiori informazioni sul C.U.S si può comunque consultare  il sito http://www.cuspalermo.it/ . L’ampia proposta comprende corsi di tennis, pallavolo, acqua gym, nuoto, canottaggio, cross step, ginnastica dolce, fitness e benessere, kick boxing e molto altro, a tariffe convenzionali.

In molte università italiane sono state fatte convenzioni per permettere agli studenti di viaggiare con abbonamenti agevolati degli autobus: per un fuori sede si tratta di servizi indispensabili.

Bisogna comunque ricordare  che gli studenti, oltre allo studio, devono pensare alla spesa, alla casa, ma soprattutto a cosa mangiare.

Il servizio mensa dell’ERSU, l’ente della Regione Siciliana che si occupa del diritto allo studio anche per gli studenti di UNIPA, mi sembra un’ottima soluzione per tutti coloro che non hanno il tempo di cimentarsi ai fornelli e che non vogliono seguire la “dieta della scatoletta”. Fra l’altro da quest’anno il servizio è diventato più capillare e più ampio nell’offerta gastronomica. Sul sito www.ersupalermo.it si trovano tutti i particolari.

Vignetta di Andrea Pinker.

Prima di arrivare nella nuova città, molti, come me, avranno fatto un vero e proprio trasloco.

L’idea di mettere tutta la tua vita dentro una valigia (forse anche tre valigie) ti fa pensare a cosa lasciare o meno. In quel momento sembra proprio che ti serva tutto. Ci sono cose però che non entrano nelle valigie, ad esempio il medico di base!

Trovo molto interessante che nel nostro ateneo l’AMU (ambulatorio medico universitario) offre prestazioni specialistiche di cardiologia, consulenza psicologica, dermatologia, gastroenterologia, ginecologia, urologia, malattie metaboliche, malattie dell’apparato respiratorio e medicina generale.

L’Ambulatorio Medico Universitario nasce da un’iniziativa dell’Università degli studi di Palermo in partnership con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone”, per offrire un servizio gratuito di assistenza medica ambulatoriale multidisciplinare. Si trova nel cuore del Campus di Viale delle Scienze, nei locali posti al piano terra del porticato della ex-Facoltà di Architettura (Edificio 14). Il responsabile è il professor Marcello Mezzatesta.

Ritengo che l’università nell’accoglienza dei fuori sede deve tentare anche  di garantire alcuni piccoli servizi che ti permettano di non rimpiangere casa propria, fornendo – se possibile – i mezzi per risolvere ogni problema della vita quotidiana.

L’esperienza di essere studente fuori sede ti responsabilizza. La nostalgia di casa si farà sentire spesso ma ci farà diventare persone indipendenti.

Un consiglio che mi sento di dare a tutte le matricole fuori sede come me è quello di vivere al meglio questa nuova avventura, facendo tesoro di ogni opportunità che ci viene offerta.

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