“L’uomo bionico: ai confini della realtà”: questo il tema, inusuale e intrigante, che sarà trattato giovedì 30 gennaio, alle ore 17.30, presso l’Albergo dei Poveri (corso Calatafimi a Palermo) durante la conferenza organizzata nell’ambito delle attività culturali parallele alla mostra “Body Worlds”, frutto dell’accordo di partnership per la “terza missione” col Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata dell’Università di Palermo, diretto dal Fisiologo Giuseppe Ferraro.
Quanta parte del nostro organismo può essere sostituita dalle tecnologie biomediche e bioinformatiche per ovviare al malfunzionamento di organi e/o parti del nostro corpo? Un biotecnologo competente nella bioingegneria tissutale, un architetto che – lavorando in stretta sintonia con gli anatomisti palermitani – scansiona e riproduce organi umani 3D, un matematico esperto di intelligenza artificiale e un fisiologo appassionato cultore del connubio tra Neuroscienze e robotica daranno ai partecipanti delle visioni diverse ma convergenti verso il futuro della medicina: la sostituzione di parti “difettose” del corpo umano con pezzi riprodotti in laboratorio.
Non passa inosservato che tutti sono ricercatori/docenti che lavorano presso l’Università di Palermo che, ancora una volta, dimostra di avere al suo interno “eccellenze” poco conosciute (e forse poco valorizzate).
Modererà gli interventi l’anatomista Francesco Cappello, ordinario presso l’Università del capoluogo e direttore – tra l’altro – del Centro Interdipartimentale di Ricerca per la valorizzazione del Corpo Donato alla Scienza che da pochi mesi ha attivato un programma regionale di donazione dei corpi su base volontaria e solidaristica, unico nel suo genere per il centro-sud Italia.
Dice Fabio Di Gioia, organizzatore della mostra “Body Worlds”: “Vedere il corpo umano “dal vero”, grazie all’altruismo di chi lo ha donato alla nostra vista e per la nostra comprensione, è la grande esperienza che ci regala la mostra BODY WORLDS, un’esperienza che tutti, grandi e piccoli, dovrebbero vivere almeno una volta nella vita in quanto cambia in meglio la nostra percezione di noi stessi e la voglia di preservare al meglio il nostro corpo “.