La Commissione europea ha pubblicato l’edizione 2019 della relazione “Labour Market and Wage Developments in Europe” (mercato del lavoro e andamento delle retribuzioni in Europa), che conferma che la creazione di posti di lavoro nell’UE si è finora dimostrata resiliente nonostante il difficile contesto economico.
Con 241 milioni di persone, il numero di occupati nell’UE è il più alto di sempre e il tasso di disoccupazione dell’UE è ai minimi dall’inizio del secolo.
Marianne Thyssen, Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: “Sono lieta di constatare che il mercato del lavoro europeo è ancora forte, ma alcuni segnali negativi dovrebbero metterci in allarme. Sviluppare competenze è oggi più importante che mai, perciò sono felice dell’entusiasmo che ho percepito alla quarta Settimana europea delle competenze professionali, che si è svolta a metà ottobre a Helsinki. Investire nell’istruzione e nella formazione rimane una delle azioni politiche fondamentali per i prossimi anni.”
Come negli anni precedenti, il calo della disoccupazione è stato più marcato del previsto sulla base del ritmo della crescita economica. I paesi ad alto tasso di disoccupazione, tra cui Croazia, Grecia, Spagna e Portogallo, hanno registrato una forte crescita dell’occupazione che ha ridotto ulteriormente le divergenze tra i paesi UE. Il calo della disoccupazione è in parte dovuto al miglioramento delle caratteristiche strutturali del mercato del lavoro, ma anche alle riforme attuate dopo la crisi del 2008. Tuttavia, anche se le retribuzioni hanno continuato ad aumentare, la loro crescita media è rimasta moderata.
Come negli anni precedenti, la crescita delle retribuzioni è stata più elevata nei paesi dell’Europa centrale e orientale, contribuendo alla convergenza dei salari nell’UE. Le modifiche dei regimi fiscali e previdenziali introdotte dopo il 2008 hanno ridotto le disuguaglianze in quasi tutti i paesi e la percentuale di persone con un reddito inferiore alla soglia di povertà. Tuttavia, le condizioni di vita sono peggiorate in circa la metà degli Stati membri.
La relazione della Commissione esamina anche gli squilibri tra domanda e offerta di competenze alla luce dell’evoluzione del mondo del lavoro ed evidenzia come l’introduzione di tecnologie che riducono la domanda di lavoratori con mansioni di routine può aumentare questi squilibri.
(info e testi tratti dal sito dell’Unione Europea)