Durante il Festival delle Letterature Migranti è stato presentato allo Steri “Dimmi come va a finire (La nuova frontiera)” il libro di Valeria Luiselli che narra dell’ondata di migrazione di bambini e ragazzi dal Messico agli Stati Uniti d’America. Durante l’incontro con Beatrice Agnello, Valeria racconta di essere una nomade, nata a Città del Messico, di origine italiana da parte del nonno e dopo aver girato vari paesi del mondo, si è stabilita negli Stati Uniti.
Il suo libro può essere considerato un reportage ma anche un saggio con molte riflessioni ed una parte narrativa che ricostruisce diverse storie. La scrittrice conosce bene i racconti di chi arriva, non a caso ha fatto da interprete per il tribunale delle immigrazioni per i piccoli che arrivavano con situazioni difficili, dal Messico, Honduras, El Salvador e Guatemala. La fuga dei bambini è dovuta dal loro desiderio di scappare dall’incubo che vivono nei loro paesi a causa delle bande criminali che dal 2005 sono cresciute in violenza e potenza senza alcun controllo. Reclutano bambini per fare il lavoro sporco, come il traffico di droghe e armi, e in caso di rifiuto il bambino viene minacciato con lo stupro della sorella o l’uccisone di un componente della famiglia. La soluzione dei genitori è affidarli ai parenti che si trovano già negli Stati Uniti, pagando il trafficante che li porta alla frontiera
attraversando il Messico dove i ragazzini cercano la polizia per iniziare un processo legale. L’autrice racconta che si dovrebbe parlarle di più d’immigrazione minorile, delle condizioni disagevoli dei ragazzini che sono costretti a migrare con la speranza di trovare un futuro migliore.
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